Project Description
“Out of the map” Selvatico
Museo Varoli, Filippo Farneti
Testo critico a cura di Massimiliano Fabbri
Lo specchio e l’autoritratto bruciante e infuocato, maudit, il ritratto su commissione più imbalsamato e mieloso, il volto visto e ricordato come un’ombra, fiamma o apparizione, tuffo al cuore. Nasi, occhi, bocche, capelli, orecchie, luce e oscurità che tagliano… Facce affiancate ad altre facce, quasi un catalogo, un archivio degli incontri, degli sguardi incrociati, brevi, fugaci, da antropologia intima e familiare. L’indagine sul volto si tramuta qui in un affiorare di sguardi, mormorii, sospiri e voci testimoniate dal museo e a cui si sovrappongono le facce tracciate a penna o matita su foglietti e ritagli sparsi da Filippo Farneti. Testine che sono un po’ appunti dal vero catturati e forse per un po’ dimenticati, o disegni a memoria, ora quasi soprapensiero (da schizzo al telefono, da treno o da tavolo di ristorante). Disegni poi che hanno una sorta di seconda vita, una biologia segreta poiché vengono ricomposti e assemblati in grandi ed effimere installazioni che sembrano, dall’andamento, come tramare, crescere e svilupparsi come una pianta, conquistare e adattarsi allo spazio come un rampicante. Per accumulo implacabile. Dove ogni faccina diventa cellula, tessera, incastro su cui avanzare e da cui proseguire all’infinito. Gioco maniacale che l’occhio governa in un continuo oscillare tra dettaglio e visione d’insieme.